LIBERO, IL CULO DELLA BOSCHI E IL PAESE CHE NON PUOI PRENDERE SUL SERIO

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di Valentina Parasecolo

Che questo Paese non sia da prendere sul serio è una cosa che ripeto con stupore bambinesco quasi ogni giorno. Ieri era uno di questi. Solo che lo stupore, manifestato in modo improvviso davanti a una pagina online di Libero, non si è esaurito nella classica ora di decompressione. È rimasto. Quindi scrivo.

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Scrivo di questa pagina online che in realtà merita più di un rapidissimo “vaffanculo Libero” (per molti sarà solo lui da non prendere sul serio). Merita un’analisi attenta perché contiene in sé almeno tre motivi per cui il Paese non può essere preso sul serio.

Il primo
Il fatto che in un Paese da prendere sul serio, in un Paese serio, i redattori di una testata nazionale registrata di politica (quindi né blog, né giornali di gossip) non si sentono in diritto di dedicare una pagina intera ai culi della Boschi e della Renzi con tanto di analisi a confronto sulla loro tonicità. Non devono essere frenati da: rispetto per due donne che stanno normalmente camminando per la spiaggia; eventuale e fuorimoda rispetto per le istituzioni; semplicissime chiamate di direttori imbestialiti. La loro eventuale geniale trovata strappaclick è frenata dal comune senso dell’opportunità.

Il secondo
Il fatto che in un Paese serio l’ultima delle associazioni femministe e/o professionali avrebbe tirato su un legittimissimo casino e non ci sarebbero intorno frignoni pseudo-liberali a definire la protesta “ipocrita”, “fuori dal tempo”, “bigotta” ecc.

Il terzo
Il più evidente, in un Paese serio i commenti non sarebbero questi qua:

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