il Bureau - dizionario controfattuale dell'innovazione - tablet

“Tablet” è la nona voce del Dizionario controfattuale dell’innovazione di Matteo Pelliti. Un glossario incongruo fatto di indagini storico-etimologiche che aprono varchi nella stolida compattezza delle parole d’ordine della modernità. Un antidoto ai tic gergali e alle coazioni al nuovo, da somministrare, parafrasando Montale, agli “innovatori che non si voltano”. Uno stupidario puntuale come il mercoledì, tutti i mercoledì, in collaborazione con Le città intelligenti.

Dialogo tra un venditore di tablet e un passeggere. Qui la versione analogica.

Venditore. Tablet, tablet nuovi; kindle, kobo, iPad mini, e-reader nuovi. Bisognano, signore, tablet?
Passeggere. Tablet con un nuovo sistema operativo?
Venditore. Sì signore.
Passeggere. Credete che sarà felice questo sistema nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo sì, certo.
Passeggere. Come l’installato passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che il nuovo sistema fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti sistemi operativi nuovi sono passati da che voi vendete cotesti gingilli?
Venditore. Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse il sistema  venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun sistema operativo in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure Android è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato ad aggiornare sistemi, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i sistemi operativi che avete installato e dovuto aggiornare dopo poco?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altro sistema vorreste usare? Quello ch’ho usato io, o quello del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, passata a cambiare sistemi operativi, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che sistema vorreste voi dunque? Linux?
Venditore. Vorrei un sistema così, come Dio me lo mandasse, senz’altri patti.
Passeggere. Un sistema  a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa del sistema nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato installare, che il bene che dai tablet ha ricavato; se a patto di riavere il sistema operativo di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quel sistema operativo ch’è una cosa bella, non è il sistema che si conosce, ma quello che non si conosce; non la versione passata, ma la futura. Col sistema nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi il tablet più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trecento soldi.
Passeggere. Ecco trecento soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla tra un mese, per l’aggiornamento.
Tablet, tablet nuovi; kindle, kobo, iPad mini, e-reader nuovi…

(scritto utilizzando il sistema operativo Mac OS X 10.5 Leopard)

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