ELEZIONI: SCUSATE, C’È UN MEDICO?

il bureau - marco viviani - il pinguino di herzog

C’è chi va «oltre Hitler» e chi tradisce fantasticherie sul compito di Papa. Chi sembra ormai conoscere soltanto il termine “gufi” e chi sbatte il proprio fondoschiena in primo piano. Come sempre, da qualche decennio a questa parte – soprattutto dopo la caduta del Muro e l’inizio dell’era post-ideologica (che è la più ideologica di tutte) – la campagna elettorale italiana fa venire voglia di chiedere se c’è un medico in sala. Anzi, in piazza.

Abbiamo davvero voglia di leggere i resoconti delle affermazioni di Beppe Grillo nel suo ennesimo tour di grande successo? Dobbiamo davvero spendere le nostre energie per spiegare per la milionesima volta che Grillo nemmeno sa cos’è il fiscal compact e che non sa fare due conti elementari quando calcola la cifra di rientro dal debito perché non si ricorda neppure di modificare l’entità del denominatore? E bisogna proprio spiegare a 45 milioni di adulti che bisogna essere dei cretini per dire “chiudiamo l’Expò” perché ci sono stati dei corrotti, persone che hanno tradito lo Stato, quando la percentuale rispetto al totale delle persone coinvolte nell’Expò – che darà lavoro a tante persone oneste – è inferiore al numero di deputati e senatori cinquestelle espulsi dal movimento, perché considerati “traditori”, ma Grillo non ha certo chiuso il movimento?

Abbiamo bisogno di sottolineare quanto sia deprimente l’entusiasmo degli accoliti della sinistra radical all’uscita carnale della Bacchiddu, che hanno tirato fuori il pretesto della “ironia” (alibi consumato) fino a quando Lorella Zanardo ha zittito la pletora di “non capite” , “che paese arretrato”, “viva Paola, che ironia!”, “siamo tutti con te, in bikini”, “io sto bene solo con la tuta da palombaro” e altri che platealmente ci provavano: tutto il coro dei compagnucci della parrocchietta? Dobbiamo ancora metterci la cenere sul capo perché a sinistra ogni tanto siamo mossi pavlovianamente per difendere o persino (peggio) teorizzare la bontà di certe cavolate sfidando il record di arrampicata sui vetri? Come si fa sconfiggere la troika se hai bisogno dell’intervento di una auctoritas per pensare la cosa giusta quando basterebbe il buon senso?

E via ancora: rockettari ipertatuati che si permettono di definire “carità” una quattordicesima l’anno; ex premier imbolsiti che puntano ai possessori di animali domestici, e mentre tu pensi che sia una sciocchezza disperata, un ex comico, dopo aver detto cose irripetibili su mezzo mondo, si augura la vivisezione di questo cagnolino, Dudù, e per la prima volta da quando è sceso in campo gli tocca chiedere scusa: senza vie di uscita come neppure gli era capitato quando aveva manipolato in modo idiota e superficiale immagini dell’Olocausto. E allora capisci che quell’ex premier imbolsito ne capisce ancora più di tutti.

Molti discutono su quanto siano simili i principali protagonisti della scena politica italiana. Simili per narcisismo, per vizio propagandistico, per superficialità, per inaudita spregiudicatezza. Vero, sono simili, ma non soltanto fra di loro. Sono simili anche a noi.

Per questa ragione stasera il Pinguino non vedrà certo “Porta a porta”, non leggerà domani la sequela di affermazioni “shock” di Grillo, e poi quelle di Renzi, e poi ancora quelle di Berlusconi. Se siamo tutti d’accordo che sono fenomeni mediatici, vuol dire che è anche colpa dei media, e che da lì dovrebbe passare la nostra forma di boicottaggio. E se siamo d’accordo che purtroppo ci somigliano, bè: allora è sufficiente guardarsi allo specchio.

Se un Paese vota degli squinternati, è squinternato. Semplice. È sempre stato così e fa parte della contraddizione insanabile della democrazia, che va curata con altrettanto spirito democratico e fiducia inesauribile nella provvidenza e nella giustizia finale della storia.

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