Bye, Bye, Bo

di Elisabetta Terigi

Un evento che a prima vista potrebbe sembrare di poco rilievo per i paesi a ovest degli Urali, ma che invece potrebbe avere molte più ripercussioni del previsto. A metà marzo c’è stato uno scossone politico in Cina che segna il cambiamento dei tempi e dello stile di occuparsi della Res Publica in uno dei paesi più conservatori. Si tratta del cambio di guardia alla guida del partito comunista nella città di Chongqing, metropoli da 30 milioni di abitanti. Il segretario politico è stato dimissionato in tv con una conferenza stampa del segretario generale del PCC. Il destituito si chiama Bo Xilai, ha 62 anni. In occidente il suo nome suona ai più sconosciuto, in Cina è tra i più noti.

 Una famiglia di nome Bo nella storia del XX secolo – Deng Xiaoping, l’autore della grande riforma cinese che nel 1978 ha aperto il paese all’economia occidentale pur mantenendo l’apparato politico comunista, 20 anni fa definì Bo Xilai “magnifico talento”.  In realtà Bo Xilai è figlio d’arte. Il padre, Bo Yibo, fu economista e politico, membro del PCC, nonché ministro delle finanze. Poi, nel 1966, a causa del suo riformismo, cadde vittima della rivoluzione culturale cinese e fu imprigionato per dieci anni. Alla morte di Mao, Bo Yibo seguì la linea riformatrice di Deng Xiaoping. È entrato nella storia del suo paese come uno degli otto immortali, le personalità più influenti del partito comunista cinese.

Un destino da padre in figlio – Bo Xilai aveva fatto carriera in politica, seguendo le orme del padre e negli anni è diventato popolarissimo. Sindaco della città di Dalian dal 1993 al 2000, poi governatore della provincia Liaoning e ministro del commercio della Repubblica Popolare Cinese dal 2004 al 2007. Dal novembre del 2007 fino a pochi giorni fa è stato a capo del partito comunista della città di Chongqing che, sotto di lui, è diventata la vetrina della Cina. Conservatore e fautore di una politica neo-maoista, era inneggiato come eroe per la sua lotta senza quartiere contro criminalità e corruzione. Nel 2010 ci fu anche chi scrisse una canzone per osannare Bo Xilai.

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Il Dragone non ha portato fortuna al neo-maoista – Con il nuovo anno cinese sono iniziate le sciagure per il leader di Chagqing. Come si legge in diversi siti internet, la discesa di colui che in realtà era considerato astro nascente della politica cinese, è iniziato con le indagini del super-poliziotto Wang Ljun, l’uomo che ha gestito una maxi operazione anticrimine e anti corruzione a Chogqing portando a casa grandi risultati: 20 condanne a morte. Il 28 gennaio scorso infatti Wang Ljun informò Bo Xilai dell’avvio di alcune indagini nei confronti di alcuni membri della sua famiglia. Essendosi messo contro il potente Bo, Wang Ljun  lasciò il 6 febbraio la città per rifugiarsi nel consolato americano Chengdu, infine decise di consegnarsi alle autorità di Pechino. Fu questo l’inizio della fine per Bo Xilai. E la sua destituzione del 15 marzo scorso era ormai una notizia attesa.

Metodi tradizionali e stili nuovi – Questa sembra essere la vera notizia. A stupire davvero è stato il modo in cui è stata annunciata la destituzione di Bo Xilai. Non si è neppure tentato di salvare la maschera di armonia perfetta della politica, d’obbligo dopo il tragico evento di piazza Tienanmen che fece il giro del mondo.  La politica del sorriso è stata per una volta lasciata da parte. È stato in una conferenza stampa di mercoledì sera che Wen Jiabao, il segretario generale del PCC, ha annunciato i grandi cambiamenti per Chogqing.

Il precedente – Una crisi profonda si apre per la Cina del XXI secolo, che non conosceva fasi così critiche dal 1995 quando da quando Chen Xitong venne arrestato per corruzione e rimosso come capo del Partito comunista. E se c’è chi dice che la destituzione mediatica e non solo di Bo Xilai va bene, c’è anche chi è non è d’accordo. Per dimostrare il proprio dissenso, i cinesi scelgono il web. Twitter, facebook, ma soprattutto QQ, il social network locale. Alcuni navigatori della rete sono dispiaciuti per il destino toccato al loro eroe, altri dicono che ora torneranno criminalità e malavita a Chogqing. C’è poi chi si lamenta del sistema politico nel complesso e dice che, finché saranno solo i singoli politici a cambiare, non si uscirà mai dagli intrighi di palazzo.

La censura ovunque – Tea Leaf nation, un blog dedicato ai social networks in Cina in lingua inglese e Global voices Advocacy, denunciano la censura che sarebbe intervenuta tempestivamente per cancellare i tantissimi commenti dedicati a BO Xilai (si dice che in che a BO Xilai siano stati dedicati almeno 1 milione e 200mila tweets).
Ma cosa farà Bo Xilai adesso? Un utente della rete gli suggerisce: «Non essere depresso, vai semplicemente a Taiwan e comincia uno talk show politico!».


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