batman

di Roberto Morelli e Valentina Parasecolo

SPOILER ALERT – Se non lo hai visto, non leggere: potrebbero esserci rivelazioni sulla trama.

«I think people who are saying “Dark Knight Rises is supreme cinema art”, I don’t think they know what the fuck they’re talking about» – David Cronenberg

Premessa
Abbiamo una certa età, caro Nolan, l’adolescenza è passata da un pezzo. Eppure ci hai portato al cinema, con l’aria seriosa, a porci domande esistenziali e filosofiche attraverso un uomo con un mantello e una maschera da pipistrello. Non ci siamo sentiti ridicoli né fuori luogo, a differenza di molti ragazzini siamo entrati in sala senza pop corn e coca cola. Ogni tuo appello auto-assolutorio alla “fumettosità” del soggetto è fuori luogo. Caro Nolan, hai preso un fumetto e lo hai girato senza fumetto, hai preso un fumetto e lo hai reso verosimile, introspettivo, alcuni hanno persino detto impegnato. Ci piaceva. Quindi passiamo della trama dell’opera che chiude la trilogia. E, soprattutto, parliamo dei suoi “buchi”.

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La sinossi di Batman (Il cavaliere oscuro – Il Ritorno)
Gotham è tutta un idillio: i ricchi sono molto ricchi, la piccola borghesia fa la piccola borghesia e i poveri restano poveri, ma lo accettano seraficamente e senza dar fastidio. Eppoi arriva lui, Bane, il cattivone di turno: praticamente Darth Vader nato a Tor Pignattara. Il suddetto tamarro palestrato dà il via a una rivolta populista assieme a una frotta di derelitti, straccioni e avanzi di galera. I ricchi vengono condannati a morte con processi sommari, la borsa valori assaltata e chiusa, l’economia è in pericolo. Così arriva Batman. L’antico capitalismo andava portato in salvo: è stata dura, ma alla fine ce l’ha fatta: Amaro Montenegro, sapore vero. Uno spot, uno spot conservatore. Talmente a favore dell’esistente come unico mondo possibile (o ti tieni spread, rating e globalizzazione finanziaria o una mandria di straccioni comunisti ti uccide e distrugge il mondo) che solamente uno come Rush Limbaugh è riuscito nell’impresa di non capirci un cazzo.

Buchi
Buchi sono quei momenti in cui il film, se mantenesse fede alle sue pretese di realismo, dovrebbe schiantarsi contro un muro. Invece tutto fila liscio, come niente fosse, sempre che si abbiano 12 anni…

1) Bane, cattivone spietato e machista, provoca la morte di centinaia di persone, bambini compresi (vd. ponti che esplodono, legge marziale e processi sommari). Poi a un tratto diventa una caciottina morbidosa, con tanto di lacrimuccia a solcargli la guancia: tutto per la sua “protetta”. A proposito, perché è la sua protetta? Boh.

2) Siamo nel bel mezzo di una tempesta di merda, lì a Gotham, ma Batman nulla di meglio da fare che disegnare un gigantesco pipistrello con la benzina su uno dei ponti della città. Come, quando, ma soprattutto, perché?

3) Miranda Tate, da rampante donna in carriera e tailleur, in pochi minuti diventa una perfetta odalisca. Lo richiede il copione, altrimenti la “rivelazione” non funziona. Mah, sarà andata a lezione da questi qui.

4) Bruce Wayne, in barba ai tentativi che da anni decine di detenuti fanno, riesce a uscire dalla prigione asiatica. Beh, è pur sempre Batman, direte voi. Come faccia dopo poco a ritrovarsi a Gotham – con sé, fuori dal pozzo, porta solo acqua e cibo – negli Stati Uniti, vestito casual, non si sa.

5) Ultima, ma forse prima per importanza. Mancano solo tre secondi all’esplosione atomica. Batman, in mare aperto, ancora a bordo della bat-wing, scruta l’orizzonte pensoso: è arrivata la sua fine. Invece no. La scena dopo te lo ritrovi tranquillo a cazzeggiare amabilmente a Firenze. Nel caso ti stessi chiedendo come ha fatto, la soluzione è semplice: il sedile eiettabile. Ma certo: come ho fatto a non pensarci prima?!? Cosa importa, in fondo, che ti è appena esplosa una bomba atomica a qualche metro dalla faccia, quando hai un sedile eiettabile…

Morale di un finale che grida sanguinosa vendetta
Esiste eroe senza morte per l’ideale che rappresenta? La sconfitta ultima del male passa solo attraverso il sacrificio della vita? Naaa, niente di tutto ciò, pesantoni che non siete altro! Il sedile eiettabile è la chiave di volta filosofica che chiude la trilogia. Il resto è Firenze, la vista sull’Arno e tanta dolcevita: cameriere, per Alfred un Fernet Branca!

 

Commenti

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6 Comments

  1. roby settembre 8, 2012 Reply

    riguardo bane,sai ci sono tante persone spietate nella vita che hanno anche un cuore x certe cose,lui ce l ha per lei,l ha salvata perchè era innocente in mezzo a deliquenti e questi l hanno massacrato e li è iniziata la sua cattiveria sfociata poi quando s è innamorato di lei ed è stato cacciato da suo padre,che di fronte a lei s “addolcisca” nn vedo il problema. sull abito d lei,una volta nel loro “covo” s sarà cambiata mettendosi come probabilmente stava sempre al di fuori della sua copertura. il disegno del pipistrello con il fuoco e per rendere più epico il suo arrivo,neanche questo s può accettare? dopo poco dall uscita dal pozzo nn direi,se seguissi bene il film capiresti che nn è arrivato subito,che li vicino c era un paese nn era in un deserto,che è tra le persone più conosciute al mondo (vedi batman begins e cosa gli dice ra s al gul quando lo riesce a trovare in una prigione asiatica) quindi nn penso abbia difficoltà a trovare qualcuno disposto ad aiutarlo. il commento sul vestito nn merita risposta,nn c vuol molto a capire. quando mancano pochi secondi all esplosione nn lo vedi nell abitacolo,nell abitacolo lo vedi quando manca un minuto,gli ultimi secondi vedi solo il jet e il timer ma lui nn lo inquadrano più. se vai a cercare ogni piccolezza puoi smontare qualsiasi film esistente. vedilo e basta,quelli citati nn sono buchi ma solo piccolezze per smontare il film o cercare di farlo.

  2. Matteo Puglielli settembre 9, 2012 Reply

    Ho appena letto articolo e commenti. I giorni dalla visione del film passano e la sensazione di aver assistito a un capolavoro della storia del cinema sicuramente si affievolisce e perde vigore. Se avessi letto e commentato sul momento senza alcun dubbio la mia difesa del film sarebbe stata più energica e ricca di motivazioni. Tuttavia, dopo questa sincera e dovuta precisazione, entro nel nocciolo del discorso come Gattuso (quello del 2006) entrerebbe su un giocatore lanciato in porta senza difensori davanti. Alcuni “buchi” (critica centrale del pezzo) ci sono ed è inutile negarlo. Se si vuole dare per forza un senso a tutto e il “si in effetti può essere davvero andata così..” è il nostro punto di riferimento sicuramente si esce dalla sala con molti dubbi e perplessità. Tuttavia, è sempre un film (pardon una trilogia) basata su un uomo che vestito da pipistrello se ne va in giro ad acchiappare i criminali in una città che non esiste sulla cartina ma ricorda molto New York e che essendo un ricco sfondato nella vita si compra tutti i giocattoli che vuole tanto nessuno ha i suoi soldi e quindi le sue possibilità. La lotta per ripristinare l’esistente è tutt’altro che un messaggio positivo e anche qui in parte concordo perché se c’era una rivoluzione degna di essere sostenuta era quella del forzuto Bane (il cattivo un tempo protettore di certo non all’altezza del Joker di Ledger per almeno due motivi: 1- veste molto peggio ed è palestrato; 2- non è morto nella realtà) Qui però si esauriscono le mie riflettute e ponderate critiche sulla pellicola che a parer mio alla fine della giostra funziona e riesce nel difficile compito di chiudere una trilogia, che non è una trilogia, dopo un secondo episodio (il cavaliere oscuro) che di certo non può essere superato ne eguagliato e sarà giudicato come primo termine di paragone dallo spettatore. Se si paragona questo ultimo film al primo della serie (Batman begins) per me questo vince 10 a 0! In conclusione non mi fisserei troppo sul “ci sono buchi.. Come ha fatto a fare quello o a fare quest’altro?” perché è Batman, non la Bibbia. Ops dubbi e domande sul “ma come è possibile?” ci sono anche li. Un film in cui l’eroe dice “Chiunque può essere un eroe, anche un uomo che ha fatto qualcosa di così semplice e rassicurante come mettere un cappotto sulle spalle di un ragazzo giovane, per fargli sapere che il mondo non era finito.” è un film che più americano non si può. Per questo e per mille altri motivi il vero nemico non poteva non essere il terrorismo e la minaccia alle borse e l’instaurarsi di una guerra civile. Nolan avrebbe potuto “infilare” nel film (se davvero ispirato dal fumetto) cattivi di ogni tipo (pensa a Pinguino) ma non lo fa proprio perché non vuole cedere troppo alla fantasia e vuole che il film sia il più realistico e reale possibile, ragion per cui criticarlo per mancanza di realismo e di logica per la presenza di alcuni buchi mi sembra davvero una critica preconcetta e senza molte fondamenta.

  3. Federico Morganti settembre 9, 2012 Reply

    Senza offesa, questi presunti 5 buchi mi sembrano 5 stronzate

  4. Luca settembre 11, 2012 Reply

    BUCHI? Ma chissene frega.
    Mi sono visto un film che è durato 2 ore e 40 minuti e sono volate, m’ha appassionato, stupito e quasi commosso alla fine. Quindi direi pure sti cazzi dei buchi è un film su Batman, non la vera storia di Gandhi.
    Ma voi sareste critici cinematografici? Vi vedo meglio a Colorado a sparare vaccate.

    • Roberto Morelli settembre 12, 2012 Reply

      Caro Luca,
      A me, dei buchi (e non solo) frega eccome.
      La questione dei buchi di sceneggiatura non è in sé fondamentale se non fosse che Nolan, come abbiamo scritto io e Valentina, ha voluto girare, fin dal primo Batman Begins, un “fumetto senza fumetto”.

      Non andrei mai al cinema a vedere un X-men o un Superman, ma per Batman l’ho fatto. Il primo – a cui sono andato per passare un sabato sera piovoso – mi ha riempito di meraviglia. Usare un tizio con maschera e mantello di pipistrello per raccontare una storia di morte e rinascita. Eppoi questo continuo interrogarsi sulla morale e il senso delle leggi e della coesione sociale: insomma, non un film per bambini, né per ragazzi. Da lì ho capito che Nolan faceva sul serio e il secondo film me l’ha confermato.

      Mai, dico mai, si era visto un film su un supereroe così brutale, cupo, privo di speranza. Con Dark Knight Nolan ha davvero alzato per sempre l’asticella del genere, e creato aspettative spasmodiche per l’ultimo atto.

      Poi arriva questo Dark Knight Rises. Un film che, a parte qualche momento davvero memorabile (inno americano seguito da campo di football che collassa), è a mio parere loffio. Niente pathos, niente Ledger a trasmetterti psicopatia a ogni inquadratura e leccata di labbra, nessun momento che ti porti davvero dentro.

      Inoltre, prima di andare al cinema, sono certo che nessuno si sarebbe mai sognato di dire: vado a vedere un film tratto da un fumetto su un tizio vestito da pipistrello. L’aver reso il tutto così “adulto” non può allora prescindere dalla plausibilitù della sceneggiatura. Perfino quei pochi messaggi che ho trovato in Rises vengono diluiti da momenti che ti lasciano l’amaro in bocca.

      E il finale? Batman, mai come questa volta, doveva morire. Sarebbe stato perfetto. Citofonatissimo, ma maledettamente perfetto. E invece… Fernet Branca. Mah.

  5. giacomo maggio 26, 2013 Reply

    Ottimo articolo, ne faro’ un punto di riferimento, chissa’ che quanto letto non possa aiutare anche me.

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