DOPO LA CRISI, LE INVENZIONI – STORIA DI MAURIZIO E DELLE SUE MACCHINE

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di Valentina Parasecolo

A Ramini, nel distretto dei vivai di Pistoia, si susseguono piante, case e aziende. Tra queste c’è il capannone dell’inventore e artigiano Maurizio Gelli. Da sedici anni lavora giorno e notte senza ferie in settecento metri quadri. Gli fanno compagnia solo la musica, il cane Poldo e la certezza che le sue idee e i suoi macchinari presto faranno rinascere l’azienda, la Metalgelli.

La crisi per Maurizio, come per tanti altri piccoli imprenditori, è iniziata con il fallimento di un cliente: un grande cantiere navale per il quale avrebbe dovuto realizzato importanti parti meccaniche. In quell’occasione vanno in fumo milioni di euro, una disgrazia a cui si aggiunge il rifiuto delle banche di aiutarlo di fronte a uno scoperto di 75mila euro. Da otto dipendenti dei tempi migliori passa a essere solo, da duemila passa a settecento metri quadri di capannone, dove riunisce tutte le macchine.

Maurizio è un esempio di genialità eclettica italiana. Costruisce di tutto: gallerie del vento per testare invenzioni, stabilizzatori contro il mal di mare, sistemi da museo per spostare i quadri, scenografie semovibili destinati a tetro e tv, macchine per lavorare le stoffe artistiche con l’oro, side-bike per disabili… «Non ho lauree – racconta – creo ragionando sul problema che l’invenzione è chiamata a risolvere, conoscendo i materiali e immaginando il funzionamento finale. Gli ingegneri fanno il progetto solo successivamente, sulla base di quello che ho realizzato. Quasi sempre mi avvicino più io ai numeri giusti che loro!»

Tra le invenzioni a cui tiene di più c’è un’idrovora per i vigili del fuoco che pesa pochissimo e può votare rapidamente i sottopassaggi, fino a 12mila litri al minuto. Travasa benzina e sabbia e sta immersa nell’acqua perché il motore è dentro il filtro. Interamente fatta a mano con metalli di pregio è la sua la torre-faro della befana dei pompieri, l’opera su cui punta di più per risollevare la sua situazione: «Una macchina come questa è indistruttibile, io vendo solo l’eccellenza perché da qui bisogna ripartire». E “eccellente”, assicura, è anche la maxi luce per la ricerca delle persone che può illuminare un’area fino a tre chilometri.

Maurizio è un uomo libero e un sognatore: «L’onestà e la lealtà per me sono valori fondamentali, li tengo in mente quando agisco e li pretendo in chi lavora con me.» Mentre salda l’acciaio e fa esperimenti con il vetro per costruire macchine richieste dal mercato, tenta anche progetti più ambiziosi di cui parla con discrezione “per non sembrare pazzo”. «Il sogno, o la pazzia, sarebbe quello di inventare una macchina che generi energia costante.» Quello di cui ha bisogno, spiega, è la salute per riuscire a sostenere i ritmi e pagare fornitori. Nella speranza che fermezza e follia lo premino a tal punto da poter riassumere dei dipendenti entro questo anno.

 

 

Maurizio Gelli from Il Bureau on Vimeo.

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