I signori che il Pd conosce bene

il bureau - contrappunto - i sognori che il PD conosce bene

di Valentina Parasecolo

“Nessuno mi ha mai chiamato, eppure sono un signore che conoscono bene, dice Rodotà davanti al silenzio di un partito che non ha cercato con lui un contatto dovuto.
In tutta questa vicenda, avvilente per tanti che nel Pd avevano trovato forse l’ultimo baluardo di resistenza a populismi rozzi e rantoli di una democrazia a pezzi, mi addolora pensare a chi somiglia tanto a quel Rodotà, a chi ne resta più ferito.

Parlo di quei militanti, che in questi anni hanno creduto nella bontà di un progetto dall’identità sempre in divenire, sostenendo il partito con un lavoro onesto e faticoso. Quei militanti che hanno vissuto le (proprie) batoste e i successi (altrui), mostrando spesso il carattere che mancava ai propri dirigenti. Gli stessi che talvolta non hanno neanche Facebook, che non sperimentano il rischio di subirne isterismi e mode; gli stessi che da giorni chiedono di essere ascoltati.

Loro, i signori che il Pd conosce bene, si sentono ora non solo traditi, ma privati di una narrazione di cui sono stati i protagonisti migliori.
Non meritavano che – con una chiamata, una messaggio, insomma una risposta chiara – fosse onorata la loro lealtà?

 

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