thumbs down

1) L’autocompletamento della barra di Google che ti dà il risultato che non vuoi. Peggiore nella sua variante imbarazzante: cerchi “youtube” sul browser di un amico e come primo risultato ottieni “youporn”. Soprattutto se sei una ragazza, da quel momento la testiera ti sembra il divanetto di un peep-show.

2) La regola speciale di Google News: cerchi una parola su Google Ricerca, poi su Immagini. Poi la cerchi tra le notizie e devi ridigitarla.

3) Giuseppe Neri e Marco Motta. I due italiani proprietari di twitter.it (la pagina che compare se sbagli il dominio di Twitter) che ti fanno maledire quel pezzente di Jack Dorsey che non la ricompra per quattro soldi.

Inaspettati risultati suggeriti da Google

4) Il desiderio di trascinare un’immagine di Flickr sul desktop e dover ripiegare sulla taglierina o lo screenshot.

5) Lo switch da Google/Youtube. Sei connesso a Gmail, vai su Youtube, vedi un video che ti piace e vorresti commentare ma devi cambiare l’account in quello del tuo canale Youtube, non ti ricordi la password, digiti parole a caso per mezz’ora, entri e scopri che ora si è sconnesso Gmail.
(Ma mi sa che però ora l’hanno sistemato in qualche modo)

6) Shitty players. Sei su RepubblicaTv, CorriereTv, GazzettaTv, Rai.it, SportMediaset, ecc. Provi a vedere un video. Se supera i 60 secondi, il caricamento ha un limite notevole (:tende a infinito). Una volta partito il filmato se hai perso un piccolo passaggio, una frase, una parola o una immagine, premi stop, muovi il cursore e tenti di tornare al minuto che ti interessa. Se il video non è completamente caricato sei nel loop spazio-temporale: si inizia da capo again and again.

7) Vedere il tuo profilo Myspace marcire tra lo spam e non ricordare la password per entrare, ripulirlo e inviare un messaggio di Arecibo verso l’ammasso globulare di Ercole M13, un’eco che rimbalzi nel silenzio di quel social come negli spazi reconditi dell’universo.

Comunicazione per chi non risiede in Italia

8) L’errore nel post. Scrivi lo status DEFINITIVO su Facebook, un tappeto di like, commenti entusiastici, condivisioni universali dall’Alaska all’Indonesia con deificazione finale al cospetto di Zuckerberg. Poi ti accorgi che quel senso di perfezione è inficiato dall’aver scritto “perché” con l’accento grave. Cerchi di correggere come fai di solito con i commenti. Non puoi: l’unica soluzione è cancellarlo e riscriverlo. O aspettare che arrivi il maestrino di turno a ricordarti chi sei: feccia sgrammaticata.

9) Il punto X peggio di quello G. Introvabile. O ti becchi 30 secondi di pubblicità o rinunci a leggere l’articolo.

10) La sorpresa. Un grande classico dei download. Vuoi vedere Chernobyl Diaries e, dopo la spossante ricerca in mezzo alle registrazioni da cinema polacchi, trovi un file HD, avi, da 3 giga. Tutta la notte per scaricarlo. Inviti gli amici, compri i popcorn, metti il film sulla chiavetta, inserisci nello schermo 47 pollici e… No, non è un porno. E’ la sintesi della tua sfiga: il nulla totale.

(di tutto il Bureau, scritto da Valentina Parasecolo)

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