Remix e autotune: Renzi, Torre Annunziata, Clifton Brown, Antoine Dodson

il bureau - Bobi Raspati - Note Dolenti

di Bobi Raspati

La scena è in fermento, il pubblico freme: Matteo Renzi è tornato. In questi giorni a New York, di nuovo alle prese con l’inglese, dopo le mirabilie di quest’estate. Quanto dovremo aspettare per godere davvero, quanto ancora per un altro gioioso remix? Ecco un articolo breve e ipocrita, per ingannare l’attesa.

Era luglio, ed era Venezia. La storia la sapete tutti: il gommoso fiorentino improvvisò quaranta minuti in lingua d’Albione, tragici, eppure baciati dalla grazia e gravidi di promesse. Mille furono le sintesi e i commenti, come gli sbeffeggiamenti. La parola definitiva la butta tale Christian Ice che produce un remix stratosferico del celebre discorso, ultimo esempio di eterno genio italico. L’avete visto tutti, no? Tecnica sopraffina, perfetto equilibrio tra esigenze musicali e tempi comici, faccettismo renziano e surf-rock dadaista: senza dubbio il pezzo dell’estate appena passata.

Filone fertile del remix all’italiana é stato a lungo, troppo a lungo, il nostro caro meridione. Cinque anni orsono, un certo Dj Niky si buttò per esempio sul dramma partenopeo. Un incendio nel rione Penniniello, Torre Annunziata, le vivaci rimostranze della cittadinanza tramutate in farsa. Musicalmente è quel che è, tale e quale il suo gemello sardo: elettronica dozzinale, appena colorata dalle gioie del vernacolo e da mefitici afrori mediterranei. Senza dubbio si può fare di più.



Di sicuro si fa di meglio lungo la verde Giamaica. Nei pressi di Kingston un fiume straripa, e crolla un ponte. Il telegiornale locale intervista un addetto della forestale di nome Clifton Brown, un tipo privo di ironia ma dotato di un gran flow. Il remix è un pezzaccio dub a cura di un certo DJ Powa, anch’egli giamaicano. Che avrà pure tirato su qualche soldino, con milioni e milioni di visualizzazioni. Clifton però non sembra affatto divertirsi, e noi siamo per principio dalla parte sua.

Il punto più alto dell’arte dei remix è però un altro, ed è invero altissimo. Lincoln Park, Alabama, primavera del 2010. Un ometto si arrampica su un bidone della spazzatura, forza un vetro, si ficca nel letto della bella Kelly. Lei strilla, e accorre in suo soccorso il fratello, Antoine Dodson. Il servizio del tg è una gemma di comicità involontaria: bandana rossa e ventaglio, per nulla a disagio di fronte alle telecamere, l’allampanato Antoine allerta i propri vicini e irride il misterioso aggressore. I già celebri Gregory Brothers, maestri dell’autotune e validi musicisti pop, colgono l’affare e sparano al cielo un candelotto r’n’b, che gli vale centinaia di milioni di visualizzazioni, gloria e tanti denari. Il freak Antoine si riempie le saccocce, ci marcia e ci campa, diventa un divetto, si presta a ospitate e cammei, scrive musica, infine abbraccia la fede e guarisce dall’omosessualità. Musicalmente eccellente, ‘Bed Intruder Song’ è per ora inarrivabile. Per ora.

(Riflessione boriosa a margine. Le migliori del lotto, le più divertenti e infine riuscite, sono senza dubbio ‘Bed Intruder’ e ‘Shish is the Word’, Renzi e Antoine Dodson. Perché? Perché in entrambi i casi si tratta di interpreti vanitosi alle prese con un copione che credono di saper improvvisare, ma che però gli sfugge del tutto di mano, e comunque non è che un canovaccio noto a tutti. Antoine e il gansta-rap, Renzi e il giovanilismo faccettistico. Insomma, sia Renzi che Antoine sanno benissimo cosa fare davanti a una telecamera, come ahimè tantissimi di noi, oramai. Non aspettavano che uno spettatore pronto a regalargli qualche altro attimo di gloria. Il problema è che questo è un mondo difficile, e che a volte si finisce per fare la figura dei buffoni, nostro malgrado. Il remix è arte sottile, perché si nutre di pause e pose, tipizza e sussume (bleah!). Vale più di tanta satira, e certo più di tanta musica).

Commenti

commenti

0 Comments

Leave a reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>