il Bureau - contrappunto - M5S
di Valentina Parasecolo

 

Le parole sono importanti perché la loro forma è sostanza.
Lo sa anche il Movimento Cinque Stelle che ha un proprio lessico (e invia pure missive alle redazioni per invitarle a rispettare le giuste definizioni; le stesse redazioni che poi preferisce delegittimare).

 

Così abbiamo:
ATTIVISTI = militanti
PORTAVOCE = eletti
CITTADINI = deputati/senatori/onorevoli
STAFF = segreteria
PARLAMENTARIE = primarie
MOVIMENTO = partito

 

Questo permette ai grillini, pardon attivisti, di poter attaccare i militanti degli altri partiti, gli eletti degli altri partiti, i deputati degli altri partiti, le segreterie degli altri partiti, le primarie degli altri partiti, senza rischiare di sembrare come gli altri partiti.

 

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1 Comment

  1. Massimo Bocchia dicembre 10, 2012 Reply

    a) “Le parole non sono importanti: sono portanti. Sì, ma dove?”.

    Ad esempio, si è soliti definire “politico” un cittadino-candidato eletto, mentre sarebbe meglio definire “politico” solo chi è stato in grado di dimostrare, dopo l’elezione, di effettivamente avere le qualità tipiche di un politico: competenza, responsabilità, capacità di rappresentanza degli elettori, onorabilità, correttezza, forza ideale, ecc…

    Se invece le parole portano a definire “politici” (come oggi spesso accade) dei giullari chiassosi e/o dei truffaldini incompetenti, beh… allora allora la parola “politico” (importante parola)… porta nella direzione certamente sbagliata.

    b) “La parola è sostanza. A volte persino stupefacente”.

    E infatti stupisce vengano definitivi come “onorevoli” delle persone il cui comportamento è solitamente non quello di alzare la schiena dritta di fronte alle ingiustizie bensì, molto più sbrigativamente, il loro dito medio.

    Detto questo, la capacità di differenziarsi da un “mondo di parole altro” non può essere misurata dalle sole parole espresse o preferite, ma dai comportamenti concreti conseguenti alle parole stesse. Io, per esempio, potrei dire di saper scrivere, ma di aver or ora appena dimostrato l’esatto contrario. Questione di fatti, insomma. E non di solo lessico.

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