LE ELEZIONI? A META’ TRA SESSO E VIDEOPOKER

il bureau - marco viviani - il pinguino di herzog

In queste ore convulse del dopo Letta e quasi-Renzi, mentre al Quirinale iniziano le consultazioni, il commentarium nazionale catturato dai social e dai sondaggi demoscopici mostra ancora una volta che la risposta istintiva e rabbiosa del popolo è sempre la solita: subito al voto. Che vergogna queste manovre di palazzo! Se esiste un quarto segreto di Fatima dev’essere la spiegazione del perché gli italiani, che dicono di fregarsene della politica, che non ci credono più, che tanto non cambia nulla e che comunque costa troppo, ad ogni minima occasione chiedono sempre a gran voce di votare subito. Fosse per loro, anche tutte le settimane.

Lo si è già detto a proposito della staffetta: alla base c’è una ignoranza abissale dei meccanismi di una repubblica parlamentare che porta alla confusione tra esecutivo e legislatura. Tesi, quella sull’ignoranza, corroborata dal fatto – incredibile – che l’uomo maggiormente responsabile di questa situazione incresciosa, Silvio Berlusconi, si fa vanto di essere «l’ultimo premier votato dagli italiani», contando sul fatto che molti mandano su e giù il capoccione in segno di approvazione.

Si sono scordati che l’uomo di Arcore è stato sì innovatore linguistico della politica italiana in termini presidenzialistici, ma del tutto incapace di riformare le istituzioni nel medesimo senso. Berlusconi è l’ultimo eletto dal popolo perché ha potuto godere di una legge elettorale maggioritaria che funzionava e che ha pensato di cambiare con quel porcellum che è la causa di tutti i mali, dato che questa legge impedisce la formazione di una maggioranza chiara nelle due camere, oltre ad essere incostituzionale (come la Fini-Giovanardi, come tante leggi del centrodestra: il rapporto tra destra italiana e Carta fondamentale è chiaramente psicanalitico).

Ma allora perché due italiani su tre si sentono defraudati, e pure dalle persone sbagliate? Com’è possibile che non riescano a fare due conti della massaia? Allo stato attuale, rivotare significherebbe riprodurre i medesimi rapporti di forza (manca una legge nuova che obblighi al ballottaggio) dunque le stesse identiche larghe intese, e considerando anche le discutibili cooptazioni di Forza Italia, le cui liste sono decise da una persona soltanto, e del M5S, che ha meccanismi di elezione online dai numeri comici, e mettiamoci pure le parlamentarie PD che sono uno sforzo in più ma non modificano la vera democrazia interna del partito, il Parlamento sarebbe identico persino nelle persone, almeno al 70% rispetto a quello attuale. Una fotografia. L’unica differenza rispetto ad oggi è che avremmo tutti 400 milioni di euro in meno. Gran bell’affare.

Per una così grave irrazionalità, bisogna scomodare le pulsioni. Gli italiani guardano alle elezioni come al diritto ai rapporti coniugali col frustrato desiderio di provare il piacere e la frequenza del sesso prematrimoniale. Dicono di odiare la politica e i partiti, ma in realtà vogliono continuamente rigiocare la stessa partita, come un videopoker gigantesco che per la singola giocata ha bisogno gli si infili otto milioni di banconote da 50 euro, ma non importa, perché ne provano un piacere autodistruttivo che non ha prezzo.

Commenti

commenti

0 Comments

Leave a reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>