DALLE CENERI ALLA FABBRICA

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di Valentina Parasecolo

 

Michele Morini è uno dei soci di Ri-Maflow  a Trezzano sul Naviglio. La cooperativa è nata dalle ceneri di Maflow, azienda che produceva componentistica per grandi aziende automobilistiche.

In seguito a discutibili operazioni finanziare della dirigenza, l’azienda viene dichiarata insolvente con 300 milioni di debito nel 2009. Dopo un anno e mezzo di amministrazione straordinaria, Maflow è acquistata da un imprenditore polacco che mantiene 80 operai su 320. Non vengono attuate strategie di rilancio dello stabilimento e sono dirottate in altri stabilimenti del gruppo le commesse riconquistate dalla lotta dei cassintegrati. Dopo due anni e mezzo Maflow chiude.

Michele e un gruppo di ex operai occupano la fabbrica. Lo stabilimento si trova in una zona esposta a possibili furti di materiali e la presenza di un gruppo di lavoratori “guardiani” fa comodo ai proprietari del sito che, almeno per ora, non hanno altri progetti per l’area. A marzo 2013, il gruppo fonda una cooperativa tentando di specializzarsi nel riciclo di materiali: «RI come “riciclo”, RI come “rinascita”». Oltre a seguire corsi di formazione per affrontare la nuova avventura, organizzano feste di raccolta fondi e gruppi di acquisto solidale.

Presto Michele e i suoi compagni avranno tutte le autorizzazione per poter iniziare la nuova attività e garantirsi uno stipendio fisso. L’obiettivo è riassumere tutti i dipendenti che l’azienda aveva nei suoi tempi migliori.

 

Antonio Caselli è presidente della cooperativa Greslab che produce piastrelle in gres porcellanato per pavimenti. Nel 2011 i dipendenti di Optima spa, un’azienda che era stata posta in liquidazione, rilevano l’attività e parte degli impianti. Per farlo impiegano propri risparmi e sussidi di mobilità.

Greslab sorge nel distretto della ceramica delle province di Modena e Reggio Emilia. Si trova in un’area che sa sostenere le cooperative, anche quando si tratta di workers buyout. Il progetto di Antonio e dei suoi colleghi è stato infatti appoggiato da Legacoop con il finanziamento di Coopfond, Banca Etica e Ugf e accompagnato nella difficile transizione dalla vecchia produzione alla nuova. Oggi Greslab, con più di sessanta dipendenti e un fatturato milionario in crescita, rappresenta l’esperienza più estesa di workers buyout italiano e un caso di rinascita collettiva vincente.

 

Salvatore Manfredi presiede Fenix Pharma, cooperativa nata da una multinazionale farmaceutica. Quando la vecchia società, la Warner Chilcott (ex Procter & Gamble Pharmaceuticals), si ritira dall’Europa, 500 dipendenti vengono licenziati. Tra questi oltre 150 in Italia. Nel 2011 cinque manager decidono di non dispendere il know-how e le competenze acquisite dei propri colleghi e fondano Fenix con il sostegno di Coopfond e investimenti personali. Per portare avanti il progetto, Salvatore rinuncia a un nuovo ruolo da manager in un’altra azienda e decide di tornare a lavorare con i colleghi di una volta. Il logo, dal forte richiamo simbolico, viene realizzato dalla moglie di un socio. La sede, nella fase iniziale, è prestata da un’altra cooperativa di amici. Oggi Fenix è il primo esperimento italiano di workers buyout nel campo farmaceutico. Con l’acquisto di brevetti e con un listino che offre farmaci, medical devices e integratori, la cooperativa ha festeggiato i due anni di vita iniziando a fare utile. I soci credono che il proprio successo risieda in un patrimonio di relazioni maturato negli anni e si alimenti con valori condivisi.

 

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