il bureau - contrappunto - che ne sarà di noi

di Paolo Costa

Oggi Napolitano affida l’incarico al Presidente del Consiglio. Sceglie Enrico Letta.

A sostenere l’ipotetico governo: PD, PDL, Scelta Civica. Ma come? Ma il PD non aveva deciso “nessun accordo col PDL”? Che fine faranno le belle intenzioni sulla legge elettorale, il conflitto d’interesse, la riforma fiscale?

Fino a pochi giorni fa’ la linea era quella opposta, tutti lo ricordiamo. Poi il tentativo fallito di Bersani, il lavorio sotterraneo di chi da sempre sosteneva la necessità di un dialogo con Berlusconi. E in rapida successione: Franco Marini, bruciato, Prodi, bruciato, Rodotà, bruciato, Napolitano, richiamato.

E adesso? Un bel governo politico, misto, abitato e sostenuto da tre forze politiche tra loro antitetiche, accomunate dall’unico interesse di non tornare alle urne. Il risultato? Sempre maggiore disillusione, domanda politica insoddisfatta, ulteriore scollamento tra cittadini e classe politica. Non esattamente ciò che ci aspettavamo tutti quando siamo andati a votare, quel maledetto 25-26 febbraio 2013.

L’unica conclusione che possiamo trarre di questo periodo è la seguente. Tutto cambierà per l’ennesima volta, la stabilità di cui avremmo tanto bisogno, non verrà neanche stavolta conquistata. Una costante in questo casino ignobile però c’è: l’incapacità di ascoltare e interpretare le richieste dell’elettorato. Con grande amarezza, anche da parte di chi si era dichiarato portatore di un cambiamento radicale. Viene spontaneo chiedersi: che ne sarà di noi e della nostra democrazia?

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