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di Roberto Morelli

In Italia “Melania Rea”
è la notizia più cercata su Google News di tutto il 2011. Ora, quando una scemenza retorica crolla, sotto i colpi della realtà, è sempre un piacere. Quando succede ancora e per l’ennesima volta, allora, cari miei, è il momento di un po’ di sano auto compiacimento: senza remore, senza pudore. Sto parlando della teoria del “gli italiani sono meglio di X”. Una frescaccia, ça va sans dire, ma usata in tutte le salse, specie in questi ultimi, decadenti, anni. “Gli italiani sono megliori di chi li governa”, “gli italiani sono meglio della tv spazzatura” – quella la guardano in milioni, ma loro. No, non noi italiani, loro, quegli altri là insomma – “gli italiani sono meglio di come vengono dipinti all’estero” e via così.

Poi arriva la classifica
delle notizie più cercate in rete (la fa Google, che come ogni anno stila il suo “zeitgeist”) e questo mantra rassicurante e auto assolutorio (tipico del borghese dal sopracciglio alzato e dalla fronte corrucciata) d’un tratto annega nella cloaca del provincialismo pruriginoso tipico dell’italica stirpe. “Melania Rea”, dicevamo, primo posto tra le dieci notizie più cercate in Italia nel 2011. E qui verrebbe anche voglia di chiudere il discorso e, ridendo col fiele in bocca, trarre alcune (ovvie) conclusioni sull’annoso problema del rapporto fra italiani e informazione.E invece, mentre raccogliete da terra i cocci delle vostre balle, sentite un po’ il resto della classifica… Secondo posto per Lamberto Sposini, anchorman eroe, salvatore di milioni di casalinghe colpite da solitudine pomeridiana: un colpo apoplettico ce lo stava portando via, Dio ce ne scampi. Immancabile “Grande Fratello” al terzo posto – che nonostante le assidue ricerche, a quanto pare, non gode proprio di ottima salute -, giusto per ricordare alle anime belle una triste verità: chi ama guardare stronzate in televisione, di solito, tende a cercarne ancora in rete. «Ma internet è uno strumento di libertà e democrazia! L’unico posto privo di censure, dove l’informazione viaggia libera!»: beata ingenuità, vorrei essere proprio come voi. Libertà, democrazia, informazione, inchieste: macché! Meglio Salvatore Parolisi (un ottimo quarto), Yara Gambirasio (sesta, piazzamento dignitoso) e Sarah Scazzi (solo decima, peccato), che insieme alla sopraccitata Melania Rea formano il “quartetto sangue 2011” preferito dagli italiani.

Donne (o ragazzine) morte, violenza, sesso, amori malati, tradimenti, la provincia misteriosa e assassina. Diciamoci la verità: come si fa, da italiani, a resistere a tutto ciò!?! Slurp. Al quinto e al settimo posto campeggiano curiosamente “facebook” e “youtube”. In pratica – escludendo quello 0,1% di italiani che cercano i due termini in Google News perché effettivamente interessati alle mosse e agli assetti delle due società – una buona parte degli internauti nostrani è composta da totali novellini, che per entrare in Facebook o Youtube ancora lo cercano su google. La barra degli indirizzi, questa sconosciuta; e questi qui sono gli stessi che dovrebbero usare la rete come strumento di libertà e democrazia… Sempre che trovino l’icona del browser. Ultime due menzioni (ottavo e nono posto) per inter e juventus, su cui non saprei davvero cosa cazzo dire: gli italiani, il calcio, la passione, blablabla.

Insomma, la rete e lo zeitgeist italiano: l’eterno ritorno dei mille campanili, triste e provinciale, avvilente e morboso. Velo pietoso poi sulle differenze fra la classifica francese o tedesca e quella dei paesanotti digitali nostrani. Perfino gli spagnoli hanno riscoperto un’insospettabile vocazione per i grandi temi, staccando di netto lo sguardo dalla punta dei loro piedi. Da noi no, dieci su dieci, en plein! In questo, almeno in questo, c’è una coerenza ammirevole, marrone ma cristallina. Internet, tv, riviste, il mass media può anche cambiare, si grufola uguale.

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8 Comments

  1. gioia gennaio 7, 2012 Reply

    Specchio reale di un Italialietta che ama guardare dal buco della serratura i problemini,distogliendosi dai PROBLEMI.

    • Author
      Roberto gennaio 9, 2012 Reply

      Sui problemi non si può influire in alcun modo. Sui problemini nemmeno, ma quest’ultimi, almeno, sono piacevoli passatempi.

  2. Adriano gennaio 7, 2012 Reply

    Io credo che in Italia non ci sia ne un peggioramento ne un miglioramento, siamo la stessa statica società di quarant’anni fa. Questo, da un punto di vista culturale, mi tranquillizza.

    • Greg Surace gennaio 9, 2012 Reply

      Il problema è: dove scappare?

      • Author
        Roberto gennaio 9, 2012 Reply

        Non serve scappare. Basta avere sufficiente senso dell’umorismo.

      • Valentina gennaio 20, 2012 Reply

        Come no? Serve, serve… Per me: Paesi scandinavi, Olanda, Germania, Usa. Sempre portando dietro il senso dell’umorismo, ovvio.

  3. crocchetta gennaio 13, 2012 Reply

    secondo me 40 anni fa si stava anche meglio. Siamo la società del più facile è meglio è, meno studio + scappatelle, meno lavoro + soldi e così via…… non so se sono i media che ci spingono in certe direzioni o se siamo noi stessi ad andarci da soli.

    Un esempio guardate i nostri telegiornali, parlano di qualunque cosa eccetto delle notizie che un telegiornale dovrebbe trattare, eppure se qualcuno avesse sete di conoscenza cercherebbe altrove invece di continuare a guardare le mille rubriche di cucina :)

    • Author
      Roberto gennaio 13, 2012 Reply

      I comportamenti sono sicuramente eterodiretti da una società che ha elevato il consumo a nuova religione (sostitutiva e posticcia). Valori precedenti – che, tra l’altro, io condivido solo in parte – sono stati sostituiti e irrisi dalla frenesia del possesso. Possesso di cose, ma soprattutto possesso di persone. Se il possesso è il fine, la quantità è il mezzo. In questo deserto pochi apolidi dell’esistenza sopravvivono sereni. Uno su un mione, i restanti li trovi tutti dallo psicologo a risolvere “problemi” senza vero contenuto. Una macabra e triste danza nel deserto: gli “immaturi” moderni.

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