il bureau - contrappunto - veltroni vorrebbe una sinistra

di Marco Viviani

Walter Veltroni ieri sera chèz Fabio Fazio su Rai3 ha presentato il suo nuovo libro, La sinistra che vorrei. Nell’ennesimo cortocircuito salottiero il primo segretario del PD ha ribadito alcuni concetti – di per sé apprezzabili – che dovrebbero caratterizzare la sinistra italiana. Peccato però si sia dimenticato il più importante: la sinistra italiana che ci vuole è quella dove non è Veltroni a spiegarcela.

La sinistra che vorrei è quella dove i duellanti Veltroni e D’Alema avessero finalmente concluso la loro sfida lunga un quarto di secolo, come nel meraviglioso film di Ridley Scott, e si fossero già ammazzati l’un l’altro. Il primo, che vede il partito con gli occhi della società, incapace di una strategia, il secondo che vede la società con gli occhi del partito, e muore sempre di tattica. Li vorrei entrambi morti sul campo, trafitti da un raggio di sole. Dell’avvenire.

La sinistra è morente a causa loro. Non esclusiva, certo, ma determinante. E vedere Veltroni scrivere un altro libro con le solite citazioni kennediane, costruire ponti dove non ci sono fiumi (cit. Chruščëv), aprire la strada a Renzi (il quale ha tutta la nostra solidarietà, le mani per toccarsi gli zebedei ce le ha) lascia quel minimo di sconcerto di cui siamo ancora capaci.

Veltroni ha ribadito con forza, tanto per assicurarci di essere proprio lui, ancora lui, distruggendo le nostre speranze, i concetti che stanno alla base della fibrillazione del centrosinistra: la confusione tra ruolo partitico e premiership, una follia totale che in nome di una versione delle primarie da Zecchino d’Oro ha indebolito il tesseramento e il rapporto tra basi locali e direzione nazionale; la vocazione maggioritaria che ha messo fuori gioco l’ala sinistra dando la stura agli impulsi extraparlamentari captati in seguito dal M5S.

Ci sono molti modi negativi di fare politica, ma ce n’è uno, forse, che è il peggiore di tutti: parlare di cambiamento e lasciare sé stessi come ultimi.

Commenti

commenti

0 Comments

Leave a reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>