Cure per Frankenstein

di Roberto Morelli

Sarò sincero, trovo perversa ma al contempo affascinante la tenacia con la quale questo governo – che non ha fatto nulla di rilevante nei suoi tre anni di vita – si ostina a voler disporre a piacimento del corpo dei propri cittadini. Il 12 luglio la legge sul testamento biologico è passata alla Camera. Un ultimo sforzo, manca solo il Senato, e sarà legge dello stato. Per vaticanofili e cattolici sui generis è festa grande. Non ho ancora capito il perché, ma tant’è. A dirla tutta non è poi una cattiva legge, anzi, è piuttosto progressista e libertaria, se fossimo nel 1200…

Vediamone insieme i punti salienti: a tutta pietas! Il capolavoro, per me, resta la norma secondo la quale quanto è scritto nella “Dat all’italiana” resta valido se, e solo se, il medico è d’accordo con te (art. 7, comma 1). Tra la tua volontà, maturata nel corso degli anni nell’intimo della coscienza (e messa nero su bianco su un documento scritto) e il capriccio di un medico qualsiasi, a prevalere è quest’ultimo. All’atto pratico, in tutta Italia, fioccheranno a centinaia i soliti obiettori dell’ultim’ora (a cui però lo stipendio non lo paga la Cei, ma tutti i contribuenti). E pensate alla Lombardia di Cl: lì le Dat saranno solo un pezzo di carta, igienica.

Il discorso, ça va sans dire, non riguarda i ricchi: al di là delle Alpi la Svizzera è lì, a portata di jet privato. A rendere il tutto un’ancor più gigantesca (e triste) presa per il sedere arriva l’articolo 2 comma 9, che recita che «il consenso informato al trattamento sanitario non è richiesto quando ci si trovi in una situazione di emergenza, con rischio attuale e immediato per la vita del paziente». L’eventuale medico devoto (o che semplicemente non vuole rogne) può quindi semplicemente sbattersene della tua Dat o, in alternativa, farlo in nome di un non meglio precisato «stato di emergenza».

I nostri amati parlamentari non si premurano poi nemmeno di spiegare, ai medici innazitutto, in cosa consista esattamente «l’emergenza»: ma chi pensano di essere questi, scienziati? Qui si parla di Dio! D’altra parte gli accadimenti che di solito ti riducono a un vegetale (incidente d’auto, caduta per le scale etc.) sono per loro natura emergenziali, per cui, ancora una volta, con il tuo testamente biologico lo stato ci si pulisce il… Ma passiamo al prossimo cortocircuito: il divieto di poter inserire nella Dat dichiarazioni di volontà su alimentazione e idratazione forzata. Con gli occhi ancora iniettati di sangue, e al grido di: «MAI PIU’ CASI ELUANA ENGLAROOOOOOOO!!!!!!» (amo come la politica, soavemente, si accosta ai drammi dell’uomo comune) il popolo italico godrà finalmente dell’obbligo al cosiddetto “sondino di stato”.

All’articolo3, comma 5, si aggiunge però che alimentazione e idratazione possono esser sospesi nei casi in cui non siano più efficaci «nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo». Eh!?! Ci vedo bene? Quindi nella legge è previsto che, se uno non ha più alcuna speranza di vita, ed è in fase terminale, può morire dignitosamente? La risposta è… col c***o! Infatti l’articolo 1 lettera C vieta al dottore di assecondare «ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio». Siamo alle solite: il paziente è senza speranza, sta morendo tra atroci sofferenze, gli si sospende quindi alimentazione e idratazione forzata; ma qui viene il bello: per effetto della stessa legge, infatti, il medico rischierebbe un’incriminazione penale.

Succederà così che i medici, per evitare guai, il sondino te lo lasceranno perfino sul tavolo dell’obitorio. Parliamoci chiaro: la legge, così com’è, verrà demolita tra qualche anno dalla Corte Costituzionale (articolo 32, sempre sia lodato). Intanto cosa si può dire se non che «baciare pile è un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo!». E concludo con Gesù Cristo. Pensavo al Calvario, a quella morte così piena di sofferenza eppur così toccante e umana. Pensavo che, tutto sommato, gli è andata bene. Fosse successo lo stesso oggi, annus domini 2011, sarebbe stato schiodato alla svelta dalla croce e portato di corsa in ospedale.

Lì, per una trentina d’anni, o forse più, le macchine avrebbero naso-sondato in lui una cremina di proteine, carboidrati, grassi e acqua, mentre “amorevoli” suore lo avrebbero rigirato più volte al giorno per alleviare il dolore delle piaghe da decubito. «Fatemi tornare da mio padre: vi prego!», avrebbe detto lui, e qualche invasato gli avrebbe replicato scompostamente che: «LA VITAAAA, IL VALORE DELLA VITAAA! NO ALLA CULTURA DELLA MORTEEEEE! ASSASSINOOOOO! VIVA LA VITAAAA!!!!!!!!!!». Appena fuori dalla sua stanza, intanto, qualche italico volpone avrebbe posato accanto alla porta una bottiglia di Ferrarelle e un panino al prosciutto.
La solita grottesca, buffa, operetta all’italiana.

Commenti

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4 Comments

  1. Raffaele luglio 19, 2011 Reply

    Robbé, mi fai murì. Sai benissimo che questi temi non mi entusiasmano. Ma leggere sto pezzo è stato una bella esperienza. Quasi catartica, per rimanere in tema biblico. Un applauso a tutti i blogger di questo spazio e soprattutto alla Arianna Huffington di Todi: Valentina Parascandalo. Parascandolo’s Post

  2. Valentina luglio 20, 2011 Reply

    No, diciamola per bene: questi temi “ti scocciano”.
    Comunque, sì, ho tutto dell’Arianna, soprattutto i soldi. (ps: mi accetti la richiesta su skype?)

  3. An all around amazingly written blog post

    • Author
      Roberto ottobre 8, 2011 Reply

      Thank you!

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