Che profumo, Silvio

di Valentina Parasecolo

Luglio 1994
Il governo presenta il decreto Biondi. Arresti domiciliari favoriti in fase cautelare per molti reati: è una fortuna per i politici accusati di corruzione come l’ex ministro della sanità De Lorenzo. Nel frattempo, dopo 8 anni l’herpes invade di nuovo la mia guancia.

Per non espormi al sole di Puglia e debilitare ulteriormente la salute della figlia, i miei genitori decidono che dovrò passare alcuni giorni chiusa nel residence. Abbandono il corso di nuoto. Raggiungo lo specchio del bagno e mi spavento. Mi annoio in giro per stanze calde animate a singhiozzo dai turni degli adulti che vanno e vengono dalla spiaggia.

Ora tocca alla mamma. Si siede sul letto, io mi sdraio al centro accanto al quotidiano che ha steso sopra le lenzuola. Sulle pagine di Repubblica sono pubblicate liste di messaggi. Li ha scritti “il popolo dei fax”, furioso perché il nuovo sembra avere lo stesso tanfo del vecchio. Nessun cambio di repubblica: chi è salito al governo è amico di una classe dirigente che il colpo di spugna di Mani pulite non ha evidentemente rimosso. Lei legge alcuni messaggi, cerca per me spiegazioni semplici su cosa sta succedendo. Poi fa leggere a me: “Caro presidente Berlusconi, ho creduto in lei e alla sua discesa in campo. Oggi so che non avrà ancora il mio voto”.

Caro presidente Berlusconi, qui inizia la nostra storia, nel colmo della mia infanzia e alla vigilia di una delle tue tante vite.

Settembre 1996
In visita ai parenti del nord. Entriamo alla Standa dove vendono anche zaini rosa e argento molto costosi. Dentro ogni sacco c’è una Barbie in regalo.
“E’ inutile che lo guardi, noi non compriamo niente qua dentro perché non diamo i soldi a Berlusconi”.
Del resto non si possono comprare neanche le Nike perché non diamo i soldi a quelli che, per cucire le scarpe, usano i bambini del Terzo mondo. E non si possono comprare neppure le pistole ad acqua perché, in generale, non è bello puntare armi contro il prossimo.

Penso “Berlusconi… Berlusconi… Berlusconi… Tu ci sei sempre”.
E ci sei anche perché, quando resto sola, mi cresci con Bimbumbam, Non è la Rai, Beverly Hills, Colpo di fulmine, gli horror d’estate.

Ottobre/dicembre 1998
Dopo 887 giorni, pari a due anni, cinque mesi e quattro giorni, cade il governo Prodi, quello dell’euro, della Bassanini, della Treu,…
Scoppia una guerra familiare le cui rappresaglie si registrano ancora oggi durante qualche cena.
In breve, mio padre difende Rifondazione che ha tolto la fiducia; mia madre non se la slega dal dito e accusa Bertinotti di aver fatto una mossa imperdonabile che pagheremo per anni.
Tu intanto vendi la Standa ma io da un anno ho smesso di giocare con le Barbie.

Gennaio/Dicembre 2000
Fai una dichiarazione non propriamente morigerata:
“Se i comunisti prendessero l’Italia non ci sarebbe libertà. Non sono ancora democratici. Hanno un’attrazione fatale per i dittatori: Pol Pot, Milosevic, Castro, Saddam Hussein (…) I Ds sono un esercito di mercenari, opportunisti, di profittatori della cosa pubblica”.

Un affronto intollerabile dal quale comincia a diffondersi in casa un mantra sconsolato: Che abbiamo fatto di così sbagliato per meritarci uno così?

Nel frattempo a fine anno inizia il Grande Fratello che avvia un nuovo corso dell’intrattenimento spazzatura di Mediaset di cui io e mia nonna continuiamo ad essere grandi fruitrici.

Maggio 2007
Mio fratello, durante Francia 98, aveva 5 anni. Era stato duramente rimproverato per aver urlato “Forza Italia” davanti a un tricolore. Forse per ritorsione ha deciso di tifare il tuo Milan. E come ardente milanista, in un “coming out” post Champions, dichiara che nella vita il suo scopo sarà rimpiazzare Mauro Suma. Lo ripete più volte nel corso dell’adolescenza, tra diffidenza e invettive materne.

Aprile 2008
Io e il mio fidanzato di allora decidiamo di fare il possibile perché tu non vinca di nuovo le elezioni. Seguiamo il verbo veltroniano. “Attiviamoci” e “I Care”, firme, conversioni, maratone di talk show, autografo del messia e lacrimoni al comizio. Ma poi conosciamo la delusione nel giro di una notte, quella delle elezioni del 13 e 14 aprile che sanciscono il tuo quarto governo.

In tanti dicono che sei l’Araba fenice o l’assassino che nelle ultime scene non muore mai. Il Paese ha le sembianze dei tuoi desideri. Chi scriveva fax contro il tuo primo governo ora ha quasi di sicuro smesso. La fetta più ampia degli italiani tollera o addirittura ama la repubblica dei nani e delle ballerine, ti vota e magari lo tace. Ma per chi non l’ha mai fatto restano poche soddisfazioni, come citare a memoria la lista delle tue leggi “ad personam” davanti a un vicino di ombrellone che ad alta voce si compiace del tuo successo.

Mentre mio padre soffre perché la sua sinistra è ormai fuori dal Parlamento, le riflessioni riguardo al mio futuro si tingono di un melodrammatico pessimismo: diventa sempre più chiaro che i miei progetti apparterranno a un altrove da definire.

Novembre 2009
Mostro la pagina wikipedia su di te per introdurti alla famiglia americana di Flint. Sgomento, incredulità e un vago senso di sollievo si abbattono sul loro Thanksgiving che diventa un “Thank God there’s one who is even worse than Bush”.

Giugno 2011
Per la prima volta in otto anni non voto.
Per la prima volta dopo 16 anni il referendum ottiene il quorum.

Sempre di più quelli che si vergognano dei tuoi costumi.
Milano ti ha voltato le spalle.
Le tue televisioni si fanno rubare la scena dai social network.
Sei forse finito, il tuo impero è pieno di crepe.

Caro presidente Berlusconi, qui si conclude la nostra storia, nel pieno della mia giovinezza e alla fine della tua ultima vita.

Commenti

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7 Comments

  1. Dott.ssa Peola Borghese giugno 28, 2011 Reply

    l’ho odiato subito perché era il presidente del bilan. Fosse stato dell’inter, oggi avrei un ruolo nella segreteria pdl. Pieno sostegno al babbo.

  2. Annarita luglio 17, 2011 Reply

    Molto bella. 😉

  3. caramelleamare ottobre 7, 2011 Reply

    M’è garbato proprio, una commistione difficilissima e un progetto ardito ma riuscito in tutto.
    Il risultato è perfetto e la storia cresce, come direbbe un amico amico, per sottrazione, che secondo me è il modo migliore per far arrivare le cose.
    Non che la cartina tornasole di quello che si ha da dire.
    10 con lode.

    • sgargabonzi ottobre 18, 2011 Reply

      Io sono l’amico per sottrazione. M’è piaciuto da matti. Poi c’è un tono di fondo indecifrabile, non acchiappabile con un solo colpo d’occhio, ma in ogni caso amarissimo, lontano dalle facili strizzate d’occhio agli antiberlusconiani. Una categoria, quest’ultima, a cui non appartengo, poiché dopo tanti anni continuo a sostenere il Premier per un motivo fondamentale, questo: http://sgargabonzi.wordpress.com/2009/06/01/quelpiccoloregalo/

      • Valentina ottobre 19, 2011 Reply

        Grazie, mi hanno detto “facci un libro”. Poi si è scoperto che, come tutte le idee che potrebbero farmi fare soldi, già l’aveva avuta qualcun altro. E ci aveva fatto i soldi.
        Il pezzo me lo leggo subito.

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