L'etica del detenuto

A morte, a morte!
Basta un po’ di fantasia per immaginare folle inferocite battere alla porta del mostro, condurlo al patibolo e, fra occhi sbarrati e bocche umide di bava, godersi i suoi ultimi attimi, contorsioni e spasmi. Medioevo a parte, parliamo di don Seppia: verrà trasferito dal carcere Marassi di Genova. Sembra che nel penitenziario ligure abbia trovato un’accoglienza fra il tiepido e l’ostile: i detenuti moderati lo ammazzerebbero, i restanti lo avrebbero prima torturato.

“Ben gli sta. È la legge non scritta del carcere!” – formula magica che, ripetuta in migliaia di bar d’Italia, assolve preventivamente chiunque riesca a mettere le mani addosso al Don e fargli molto, molto, male. E qui veniamo al punto. Il tanfo ipocrita di questa grottesca gara all’indignazione fra galantuomini – rapinatori, mafiosi, truffatori e crema penitenziaria assortita – l’ho sempre trovato irresistibile. “Le donne e i bambini non si toccano”.

Wow: pelle d’oca, il fascino oscuro dell’etica criminale! Infatti sparare alle spalle a un uomo disarmato, o passare le giornate a distribuire eroina e coltellate: questi sì che sono attestati di merito e coraggio nel cavalleresco mondo della malavita. In parole povere tutte le ciance sul presunto codice etico del crimine non sono altro che un mucchio di fetide stronzate.

Ma la “palma dei peggiori” – riconoscimento pseudo francese che assegno arbitrariamente, secondo criteri meramente dispotici – va a quella manica di repressi da tastiera che su facebook già invocano (ruttando) la forca. E il processo? E i tre gradi di giudizio? E il garantismo? Quisquiglie per popoli civilizzati: al gregge, armato di fiaccole e forconi, basta la Verità, quella televisiva. Il piccolo schermo li imbottisce di sangue, sesso e odio e loro, pavloviani, li rigurgitano a (tele)comando.

Su Facebook intanto guardo il profilo di uno degli aspiranti assassini digitali: scopro che è anche fan di “Padre Pio” e “Adoro i gatti”.
Amen.

Roberto Morelli

Commenti

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2 Comments

  1. I do not disagree with this blog

  2. Mario ottobre 21, 2011 Reply

    La verità anche quando si manifesta in maniera “cruda” è verità. Essa stordisce le orecchie ipocrite e da sollievo agli animi illuminati. Mario

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