COME FUNZIONANO I BREVETTI? – LA SCHEDA

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di Valentina Parasecolo

Se ne sono sentite tante negli ultimi anni: dai tubi in gomma notturni per raccogliere le emissioni gassose dei petomani alla museruola per dimagrire. Per non parlare delle discusse mosse di Microsoft, da sempre impegnata a mettere la propria paternità a fini speculativi sulle idee più varie, che è riuscita a brevettare persino la conducibilità elettrica del corpo umano. O di King.com che recentemente ha registrato le parole di uso comune “Candy” e “Saga” prendendone l’esclusiva di marchio. Nell’epoca dell’open source, assurdità di questo genere sono tra i motivi per cui molti si oppongono alla brevettabilità delle idee. Tuttavia resta ad oggi un passo indispensabile nella realizzazione delle invenzioni. Ecco come funziona in Italia.

Cosa è?
Il brevetto è un titolo giuridico che conferisce all’inventore un diritto esclusivo temporaneo di realizzazione, utilizzo e commercializzazione.

Cosa si può brevettare?
L’invenzione industriale, ovvero una soluzione nuova e originale di un problema tecnico in campo industriale, e il modello di utilità, che fornisce a macchine o parti di esse e a oggetti in generale, particolare utilizzo o comodità di applicazione.

Come si deposita un brevetto?
Sul sito del Ministero dello sviluppo economico o alla Camera di commercio della propria città.

E per il brevetto europeo?
Compilando un modulo (il 1001) e consegnandolo alla Camera di commercio di Roma. Le relative traduzioni, invece, si possono consegnare a qualsiasi Camera di commercio.

E per quello internazionale?
Va compilato un modulo (il PCT/R0/101) che poi va spedito all’Ufficio italiano brevetti e marchi.

Quanto costa un brevetto?
Per registrare un brevetto in Italia e mantenerlo in vita si va da un minimo di 50 euro fino a 600 euro. Per la tutela ogni anno oltre al quarto si pagano dai 60 ai 650 euro sino al ventesimo, oltre il quale l’invenzione è libera. Vanno considerati anche i consulenti privati, che cambiano a seconda del progetto e ammontano almeno a 2-3 mila euro.

Pago sempre io?
Molte invenzioni si realizzano in imprese e università, che si accollano i costi. Nel settore pubblico e nelle università l’inventore-ricercatore può registrare l’invenzione a titolo personale, avvalendosi di beni e conoscenze frutto anche di altri. Nelle aziende private l’invenzione è di proprietà aziendale e il dipendente può ottenere un riconoscimento e un equo compenso.

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