B-DAY: UN PO’ HUNGER GAMES E UN PO’ GIORNO DI NATALE

il bureau - marco viviani - il pinguino di herzog

Oggi è il B-Day, il giorno calendarizzato in Senato per il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi al seggio di senatore della Repubblica. Non si sarebbe mai potuti arrivare a un voto dall’esito più scontato, con buona pace dei ringhiosi avversari della ragione, vestali del complottismo. In realtà, dopo il bluff del voto di sfiducia, tutti coloro che qualcosa capiscono di politica e non se le fanno spiegare da Scanzi hanno appreso come Berlusconi non abbia mai avuto carte da giocare.

L’uscita della nuova Forza Italia dal governo libera anche dall’imbarazzo il PD, che non può più neppure essere accusato di governare con Berlusconi, anche se non l’aveva mai fatto: l’uomo di Arcore ha sempre osteggiato le larghe intese e odiato il programma di governo, solo che non ha mai avuto la forza contrattuale di modificarne il destino, perché sorpreso dall’ala collaborazionista del fu PDL. Ovviamente, Berlusconi dopo le ore 17 di oggi continuerà ad occuparsi di politica – nessuno glielo può impedire – dall’unico posto dove l’ha sempre fatta: casa sua.

Francesco Boccia aveva pure provato a far intendere all’opinione pubblica che spostare questo voto di un paio di giorni non sarebbe stato grave, visto che servivano come il pane affinché la commissione in Senato avesse il tempo di considerare degnamente gli emendamenti alla Legge di Stabilità. Ma questo, si sa, non è più un paese normale da un pezzo e si è attirato i peggiori insulti della settimana. Come poteva pretendere, Boccia, di far passare una tecnicalità parlamentare sotto il vaglio dei social-censori? E poi, «con quella moglie»?

I partiti sono talmente terrorizzati da un’opinione pubblica bavosa e reazionaria che è finita che gli stessi autori di emendamenti che servirebbero a migliorare la legge, compresi quelli del M5S, se ne stanno quatti quatti e non dicono a nessuno di essere stati pagati in queste settimane di lavoro per un nulla di fatto. Emendamenti cancellati, qualcuno riscritto per la commissione alla Camera, che si prenderà tutto il tempo a disposizione e rimanderà il testo in Senato, a metà dicembre, completamente blindato. La legge di stabilità sarà praticamente emendata da una camera sola. Bicameralismo (im)perfetto.

No, non se ne parla, è troppo poco importante il voto sulla decadenza rispetto agli interessi della collettività per poterla rimandare di 48 ore. L’Evento è ormai indifferibile, serve a tenere calma la gente. L‘Italia ha i suoi Hunger games, ma tutto nella tradizione eduardiana: oggi non cambierà nulla, concretamente, ma saranno tutti felici lo stesso.
Un anticipo del Natale.

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