Blue ball

di Roberto Morelli

Cosa portarsi dentro? C’è l’imbarazzo della scelta. Quell’aura di un profondo blu scuro, inquietante, verso cui Felix Baumgartner si lascia cadere. La sua sagoma bianca, il classico astronauta sognato dai bambini, che scompare a confronto con la maestosa immensità della Terra. Il sorriso sul suo viso, il sorriso di chi ha appena visto lo spazio e un po’ di morte. Una vera boccata d’aria pulita, salire fra le stelle con l’austriaco e, considerato quel che è accaduto in contemporanea nella provincia, la voglia di restare coi pensieri lassù, almeno per qualche giorno.

Qui siamo sul bucolico insomma, i cinici-saputelli-smonta/entusiasmo sono pregati di accomodarsi altrove. Quanto avrei voluto vivere in diretta lo sbarco sulla luna. Una generazione, la nostra, a cui è stata anagraficamente scippata una magia. Ieri, dopo più di cinquant’anni, un piccolo ma intenso assaggio anche per noi! La modernità ieri era dappertutto e merita qualche riflessione. Non parlo solo della strumentazione e delle apparecchiature ― “fighe” non si sa se per scelta stilistica o perché ormai i tempi dei nerd sono lontani, la tecnologia è figa e basta ― ma di altro. Come non citare la sorpresa dei molti che, scoperto il lancio all’ultimo minuto, si sono chiesti sorpresi perché, al posto della classica Nasa, campeggiasse ovunque il marchio della Red Bull.  Crisi economica, certi “sogni” costano davvero molto, è finita anche la gara fra Usa e Russia a chi ce l’ha più lungo:  benvenuta era delle bibite! (quella che “ti mette le ali”, e pure questa)

Ieri è nata soprattutto la tv del domani. Più di 8 milioni di persone, nel mondo, collegate a Youtube contemporaneamente per vedere il grande salto. Una cifra enorme, considerato che per le Olimpiadi si è gridato al trionfo di internet e dello streaming LIVE con “appena” 500mila (tele?)spettatori. Un assaggio di futuro così insperato che a confronto i dibattiti e le conquiste della tv nostrana strappano un sorriso, di compassione. Divertente e antropologicamente interessante anche come ogni paese ha declinato l’evento in salsa nazionale, venendo incontro ai (presunti) topoi del sentire popolare; che differenza tra l’asciuttissima cronaca della BBC e la tanto coinvolgente quanto italianissima caciara messa su da Guido Meda su Italia2 (durante la quale, ogni 30 secondi, l’austriaco veniva dato per morto).

A sorprendere in negativo, infine, quelli che ― mentre ancora scorrevano sullo schermo le immagini dell’impresa ― chiedevano: «Ok, lo sto vedendo, ma a che serve?/ Che mi cambia questa roba?/ Che senso ha rischiare la vita così?». Riflessioni che sono istantanee perfette di un’umanità triste, brutta. Da un lato l’economia, questo Moloch che divora ogni cosa, che deforma l’esistenza fino a impedire di percepire la bellezza e la ricchezza di qualunque cosa non appaghi (istantaneamente) il bisogno di consumo materiale. Nutro un senso di profondo disagio per quel che il turbo-capitalismo ha fatto a molte persone, misto a tenerezza. Cionondimeno il posto giusto per loro è qui. Dall’altro lato un altro evergreen della borghesia post-sessantottina: la sicurezza. “Perché rischiare la vita?”: l’interrogativo che sconquassa le menti di milioni di occidentali ogniqualvolta un essere umano decide di abbandonare divano e telecomando per fare altro. Una vita il cui scopo è preservare la vita, stare sereni; porta blindata, antifurto, assicurazioni furto/incendio/vita/morte. Non riesco a immaginare nulla di più triste e privo di significato. Ancora una volta I feel so sorry for you.

Salire in altezza, nella realtà o nello spirito, è tutt’uno con l’inseguire e realizzare i propri sogni. Mete che una volta raggiunte strappano via per farne diamante un pezzo dalla propria vita. In definitiva è questo che connette i sogni alla vita, e quest’ultima, spesso, alla morte. Al di là di qualunque terrore c’è chi ieri è stato colpito dalla bellezza, alla paura è subentrata un’invidia sana, profumata.
Cosa avrei dato per essere al posto tuo Felix…

 

Commenti

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3 Comments

  1. Raffaele Polito ottobre 18, 2012 Reply

    Veramente un bell’articolo. Complimenti 😉

    • Author
      Roberto Morelli ottobre 18, 2012 Reply

      Grazie d’averlo letto.
      Fai vedere il lancio a chiunque sia sfuggito, mi raccomando. Diffondiamo (e difendiamo) le cose belle.

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